Pasqua: simboli nella Chiesa d'Oriente


Pasqua, in ebraico "Pesàh", vuol dire passaggio, andare oltre. Ricorda il passaggio del mar Rosso e la liberazione degli Ebrei dalla schiavitù egiziana. A noi cristiani ricorda, e ci fa vivere, la liberazione dell’uomo dalla schiavitù del peccato e del demonio, e dall’angoscia della morte per i meriti di nostro Signore Gesù Cristo. Nelle cerimonie, specie in Oriente, ogni cosa, ogni gesto, è un segno della dottrina cristiana.

Simboli

La veglia pasquale inizia con la benedizione del fuoco, uno dei quattro elementi che per gli antichi costituivano l’universo, segno della potenza divina creatrice e di purificazione. Il cero pasquale è l’umanità di Gesù Cristo; acceso rappresenta la sua divinità, visibile anche su questa terra. Sopra e sotto ci sono due lettere greche: l’Alfa e l’omega, principio e fine dell’alfabeto e di tutte le cose, cioè il Cristo. Durante la funzione, i fedeli accendono il loro lumino dal cero, a significare che tutti ricevono luce da Cristo e sono in comunione con Lui.

I cinque grani d’incenso simboleggiano le cinque piaghe del Signore glorificato sulla croce, lo stoppino acceso l’anima umana di Gesù; il cero spento Gesù morto. Il cero porta luce in tutta la chiesa, e arrivati sull’ altare, il diacono canta l’exultet, un inno composto da s. Agostino per esaltare il cero-Cristo.

In questa notte nel passato si amministravano i sacramenti dell’iniziazione: il Battesimo, che svolge un’ azione eminentemente pasquale in quanto con esso l’uomo riacquista l’innocenza primaria e la purificazione totale; la Cresima e l’Eucaristia, per sottolineare che tutta la Grazia viene data per Gesù Cristo.

La Settimana santa

Oggi nella Chiesa latina molti riti sono cambiati per motivi contingenti e di opportunità, ma nelle Chiese d’Oriente la liturgia pasquale rimane integra come nei primi secoli, regolata ancora dai primi sette concili. Per gli ortodossi la Pasqua è la festa delle feste in assoluto, secondo l’espressione di s. Gregorio Nazianzeno. La preparazione inizia sette settimane prima della solennità e si protrae fino alla Pentecoste. La data è fissata secondo il calendario giuliano, che è in ritardo rispetto al nostro di 13 giorni.

La Quaresima è molto severa: oltre la carne sono proibiti anche i latticini e le uova. La liturgia della settimana santa (detta la grande Settimana) è carica di meraviglie e di bellezze sorprendenti ed ogni giorno ha la sua denominazione.

La domenica delle Palme ricorda la resurrezione di Lazzaro, come pegno di quella di Gesù Cristo; il lunedì santo ricorda Giuseppe ebreo tradito dai fratelli: il martedì lo Sposo divino; il mercoledì Gesù è cosparso di balsamo dalla peccatrice nella casa di Simone il lebbroso; il giovedì si ricorda il tradimento di Giuda e la lavanda dei piedi, al mattino, mentre la sera si svolge il mistero eucaristico e inizia il racconto della Passione; il venerdì è giorno di lutto e si leggono i vangeli della passione e morte del Signore, segue quindi una lunga processione con l’icona del Cristo morto. Al sabato Gesù viene sepolto. La s. Pasqua inizia alla mezzanotte o alle tre del mattino con la massima solennità. I canti e le preghiere sono veramente ispirati e scritti quasi tutti dai santi dei primi secoli della Chiesa.

Altri simboli

L’uso dell’ulivo, simbolo di pace, e quindi riferito a Cristo principe della pace, nasce anche da un’antica leggenda. Si dice che sulla tomba di Adamo sia nato un olivo dal quale la colomba, uscita dall’arca di Noè dopo il diluvio, aveva staccato un ramo per indicare la fine del castigo divino; inoltre la Croce sarebbe stata fatta di legno d’ulivo, sicché è diventato l’albero cosmico, asse del mondo e collegamento tra il cielo e la terra. L’agnello è la primizia del gregge. Sia nell’antico come nel nuovo Testamento ha significato sacrificale e quindi diventa il simbolo più perfetto di Gesù Cristo: "Ecco l’Agnello di Dio , colui che toglie il peccato del mondo". Una volta si confezionavano gli "Agnus Dei", fatti di cera, su cui era segata una croce e venivano distribuiti ai fedeli. L’uovo. Un tempo la Domenica della resurrezione si chiamava la Pasqua dell’uovo e alla mattina si regalavano uova sode, dipinte in tutti i modi oppure fatte di metallo prezioso. L’uovo è il simbolo del Cristo risorto e della speranza della futura resurrezione dei fedeli in Lui: "Onine vivum ex ovo" Nell’uovo c’è il principio della vita, dentro c’è la Vita, cioè Gesù Cristo, che un giorno sboccerà alla luce. Una volta venivano benedette in chiesa, e in oriente lo si fa ancora.

Infine la colomba pasquale. Per tradizione, alla fine del pasto pasquale (nel quale elemento principale è l’agnello o il capretto) era d’obbligo mangiare un dolce fatto a forma di colomba, che simboleggia sia Gesù, che lo Spirito santo: "O Cristo, tu sei per me la potente colomba che vince l’uccello gonfio di sangue" (Prudenzio). La colomba ha parecchi significati; i più importanti sono: il Cristo che porta la pace agli uomini di buona volontà e lo Spirito santo che scende sugli uomini per i meriti di Gesù.

Con la Resurrezione sorge il giorno nuovo: la Domenica che prima non esisteva. La Chiesa misura il tempo di otto giorni in otto giorni perché l’ottavo giorno è metastorico, cioè allo stesso tempo fuori e dentro la storia, è il giorno del Signore oggi e sempre. Esso porta l’equilibrio nel mondo e fra terra e cielo; annuncia l’avvento dell’era futura e del giudizio finale di Dio sull’uomo; fa meditare sulla salvezza dei giusti e sulla condanna per i reprobi.

Il giorno di Pasqua

Secondo i calcoli del card. Borgoncini Duca, che scrisse "Le Settanta settimane di Daniele e le date messianiche", la Resurrezione avvenne il 9 aprile dell’anno 30. Durante i secoli, la data mutò varie volte; oggi, calcolata secondo i cicli lunari, con la luna nuova di primavera oscilla tra il 22 marzo e il 25 aprile.

 

di p. Giuseppe Ungaro ofmconv ("Tau" n.3 Marzo 2002)